Galileo Galilei e le Anime Immortali

E pur si muove! (varianti: Eppur si muove!, E pur si move!) è una frase celebre della lingua italiana.

La frase sarebbe stata pronunciata da Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizione al termine della sua abiura dell’eliocentrismo.

Tale frase viene ancora usata, nel lessico giornalistico e colloquiale, per esprimere un dubbio o un’intima certezza che resiste a tutte le rassicurazioni (o le intimidazioni) fornite dall’interlocutore.

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Questa la storia così come viene narrata.
Ma per un attimo vorrei provare a calarmi nella mente e nell’anima di Galileo Galilei. Era il 1633. Galielo Galilei aveva intuito una verità profonda, è la Terra che gira intorno al sole e non il contrario come sosteneva la Società dell’ Epoca. Tale verità era ritenuta sacrilega e offensiva per l’intera Società, al punto da farlo ritenere meritevole di prigionìa – previa abiura del suo credo – in quanto eretico. Come spesso accade a ognuno di noi quando vuole esprimere la sua anima, la sua impronta originale, per forza di cose diversa dalla mentalità comune.
Quindi si trovava lì non solo costretto a rinnegare il suo credo, ma anche in procinto di essere arrestato, di perdere la libertà fisica, nell’orrore della solitudine e della mortificazione del suo orgoglio. E, oltre a questo, pare che Galileo Galilei non fosse così sicuro di quello che diceva – come tutti gli uomini dotati di intelligenza si metteva in discussione . Me lo immagino totalmente smarrito, un po’ come Gesù, quando in preda al dolore fisico e psichico più tre-mendi si domandava in mezzo alla folla imbestialita: “Padre perché mi hai abbandonato?”.
Ma è proprio nel momento di massima disperazione che, umiliato, deriso, imprigionato nel fisico e nella mente, incredulo perfino di sé stesso, che Galileo Galilei ricevette un ‘segno’: Eppur si muove! Qualcosa (un lampadario credo) muovendosi in una certa direzione andava a confermare senza più ombra di dubbio la sua teoria.Lo bisbigliò a bassa voce poco prima della sentenza. Perse la libertà fisica e di espressione, ma il suo pensiero e soprattutto la sua Fede, il suo Amore incondizionato, gli consentirono di accedere all’ Eternità. È vivo ancora con noi, fra noi, dentro di noi. Tutte le volte che sentiremo la nostra ‘voce’ in assenza di alcuna prova tangibile che ci dica che siamo dalla parte della Verità, anzi..quando saremo forse ostacolati, derisi, allontanati, esclusi, umiliati a causa sua., allora possiamo forse sentire che dentro di noi, sottovoce, senza farsi notare,qualcuno ci tira la giacca e ci sussurra: “E pur si muove!”