Assertività

Farsi rispettare senza essere aggressivi: Una definizione di assertività

L’assertività (o affermatività) è la capacità di riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, difendere i propri diritti, manifestare i propri bisogni e i propri pensieri o critiche in modo adeguato. Il termine assertività è riferibile alla modalità con cui tutto ciò viene comunicato.

In che modo?

– Onestamente;

– direttamente;

– adeguatamente;

– e soprattutto nel rispetto dei diritti altrui.

La persona assertiva non utilizza modalità di evitamento e di cammuffamento delle proprie emozioni o delle critiche che desidera muovere. Non gira intorno alle opinioni che vuole esprimere; le esprime, senza assecondare e senza sottomettersi ai desideri dell’altro, il che non significa non rispettarlo! La persona assertiva vive e sceglie le proprie regole, rispettando però allo stesso tempo i diritti dell’altra persona. Vive e sceglie ciò che la fa stare bene ma sempre nel rispetto del contesto in cui si trova.

Essere assertivi è una condizione dell’essere liberi, dove essere liberi significa essere capaci di scegliere in maniera responsabile.

Dovremo quindi imparare a scegliere le nostre regole e non a vivere senza regole, seguendo soltanto ciò che ci procura piacere o cercando di evitare ogni frustrazione e ogni possibile fatica.

Dunque, la persona assertiva ha un atteggiamento responsabile e fiducioso in sé e negli altri, e si rifiuta di adottare etichette e pregiudizi. Ha la capacità di comunicare i propri desideri, intenzioni e giudizi in modo diretto e chiaro, evitando ogni forma di aggressività, minaccia e manipolazione. Spesso si crede che la persona assertiva sia una persona di facciata, una persona calma che non mostra emozioni negative e aggressive.

In realtà anche la persona assertiva prova queste emozioni. Ciò che la differenzia è la capacità di gestire ed esprimere adeguatamente queste emozioni a livello verbale. Se dovesse scontrarsi con una situazione che le provoca rabbia e che però evita di esprimere, allora non sarebbe più assertivo…

Comportamento assertivo, passivo e aggressivo

Il comportamento assertivo si può immaginare come a metà strada tra il comportamento passivo e il comportamento aggressivo:

il comportamento passivo è orientato ai bisogni dell’altro, estromettendo i propri; il comportamento aggressivo è orientato ai propri bisogni, escludendo quelli degli altri. Questi due comportamenti sono antagonisti perché rimandano al quesito: “chi è più importante di chi?”. Per il passivo è più importante l’altro, mentre per l’aggressivo se stesso.

L’assertivo invece non si chiede chi è più importante ma mette entrambi sullo stesso piano, pensando che entrambi i bisogni (di sé e quelli dell’altro) siano ugualmente importanti.

L’assertività può essere sviluppata in diversi campi: lavoro/studio, famiglia, amici, amore e cose pratiche.

Una persona può essere assertiva in un campo, ma essere aggressivo o passivo in un altro. Quindi gli stili comunicativi non sono assoluti in quanto una persona può comunicare in maniera diversa a seconda dei campi considerati.

Come si sviluppa l’assertività?

1) Bisogna innanzitutto apprendere a distinguere lo stile assertivo da quello aggressivo e passivo.

2) Poi arrivare a conoscere le cause e le convinzioni che sono alla base dei comportamenti non assertivi.

Questi causano emozioni quali ansia, depressione, senso di colpa, rabbia…Al di là delle esperienze di vita che variano da persona a persona, troviamo delle convinzioni comuni che caratterizzano la messa in atto di tali comportamenti (ad esempio, il passivo pensa che se non compiace gli altri non verrà accettato, prova ansia al pensiero di non essere accettato e quindi tende ad evitare il giudizio negativo). Dobbiamo sempre considerare che è il pensiero a creare il successivo comportamento (pensiero → comportamento).

3) Apprendere i diritti assertivi e i loro limiti

I diritti fondamentali della persona non hanno bisogno di nessun avvocato per essere difesi. Basta ricordarsi di loro nel momento in cui dobbiamo decidere come agire, per recuperare immediatamente la chiarezza necessaria ed il coraggio di non cedere su ciò che riteniamo importante.

Prendere atto cognitivamente dei propri diritti e di quelli dell’interlocutore non è sufficiente per diventare assertivi. Bisogna poi essere disponibili a sostenerli con un comportamento coerente ed essere disponibili a rispettarli nella vita di tutti i giorni.

In particolare sono le donne che avvertono la paura di infrangere un proprio credo religioso o culturale se solo pensano di avere dei diritti.

Da questa difficoltà ne potremo uscire rendendoci conto che una relazione interpersonale più equilibrata e costruttiva è una premessa indispensabile per il proprio benessere psicofisico.

Come si esce da questa impasse? Semplicemente valutando le conseguenze del continuare a comportarsi così (in modo passivo di solito) e le conseguenze del comportarsi in modo diverso.

Se una persona capisce che le causa del suo malessere risiedono proprio nel suo tipo di comportamento allora sarà più disponibile ad impegnarsi per il cambiamento.

Sostenere un proprio diritto o per lo meno pensare ai propri diritti, come ogni cosa nella vita, inizialmente può essere difficile, specialmente a causa dei lunghi anni di allenamento a rinunciare ad essi. Quando una persona tendenzialmente passiva proverà ad attuare i propri diritti, si accorgerà di quanto gli altri cambino nei suoi confronti, percependo una sua maggiore attenzione alla propria dignità. Questo significa che se la rete sociale è abituata a richiedere molti compiti alla persona, delegare molto spesso o aspettarsi che dica sempre di si, nel momento in cui gli altri se ne rendono conto non sono proprio contenti ed è per questo che il cambiamento richiede coraggio.

I 10 diritti affermativi di Smith sono:

1. Hai il diritto di essere il solo giudice di te stesso.

2. Hai il diritto di non giustificare il comportamento, dando agli altri

spiegazioni o scuse.

3. Hai il diritto di valutare e decidere se farti carico di trovare una

soluzione ai problemi degli altri.

4. Hai il diritto di cambiare idea.

5. Hai il diritto di commettere errori, accettando di esserne

responsabile.

6. Hai il diritto di dire “non lo so”.

7. Hai il diritto di sentirti libero dall’approvazione delle persone con

cui entri in relazione.

8. Hai il diritto di apparire illogico nel prendere decisioni.

9. Hai il diritto di dire “non capisco”.

10. Hai il diritto di non essere perfetto.

4) Apprendere ed applicare nei rapporti di tutti i giorni le abilità precedentemente acquisite

Non possiamo dirci assertivi se poi non agiamo nel pratico. L’assertività si raggiunge solo quando, dopo aver capito cosa sia e dopo aver individuato le giuste soluzioni o alternative preferibili, decidiamo di agire. La prima responsabilità da esercitare sarà quella di riappropriarsi della forza del nostro Io. Quindi le frasi dovranno sempre far riferimento al pronome io poiché l’assertivo parla in prima persona, parla delle proprie emozioni e delle proprie convinzioni esprimendole senza aggredire l’altro.

“Io sento…”, “Io desidero…”,

“Io critico..” “Io scelgo…”,

“Io preferisco…”, “Io credo…”,

“Io penso…”, “Io voglio…”