IL RUGGITO DEL LEONE

“In psicologia, addomestichiamo il nostro furore con eufemismi negativi: aggressività, ostilità, complesso del potere, terrorismo, ambizione, il problema della violenza. La psicologia psicoanalizza il leone. Forse sbagliava Konrad Lorenz, e sbagliano gli psicologi, a cercare un modo di aggirare l’aggressività. È “aggressività” o non è invece il leone che ruggisce al deserto infuriante? Non avrà, la psicologia, perduto lo zolfo nativo, trascurato Marte che cavalca il leone, Marte, l’amato di Venere-Afrodite?”
(James Hillman)

La psicologia della diagnosi ha perso lo zolfo e il leone. La psicologia medicalizzata ha perso il cuore del leone, il suo ruggito, potente come se fosse il re della savana. La psicologia cognitiva ha perso il pensiero del cuore cercando di padroneggiare e controllare ciò che non può essere controllato: l’anima.
La psicologia delle cattedre universitarie ha perso l’eros per la psiche cercando di ridurla in inutili catalogazioni senza sentimento.
La psicologia di oggi è fredda e vuota, una psicologia senz’anima, che a noi non interessa. Le università dovrebbero essere multiversità, mentre insegnano solo un punto di vista, quello accademico.

Ciò si ripercuote sui percorsi terapeutici dove si pensa più a dire ciò che è sbagliato e non è giusto, che a far emergere il ruggito e la passione della persona. Nelle sedute terapeutiche si tende a fare ciò che già la società fa benissimo, ovvero dettare leggi e regole, costringere, umiliare, castrare e imbrigliare la creatività delle persone. Probabilmente la psiche non ha bisogno di queste dinamiche, visto che è già cresciuta con esse. La psiche ha bisogno di spiccare il volo attraverso la psicoanalisi, ha bisogno di essere liberata.

(Da L’Anima Fa Arte – Associazione e Rivista scientifica di Psicologia)

 

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