VUOTO E STABILITA' MENTALE INDIPENDENTE DA FATTORI

VUOTO E STABILITA’ MENTALE INDIPENDENTE DA FATTORI

Pensavo al discorso del VUOTO, tanto caro alle culture orientali e così tanto frainteso nelle culture occidentali che vivono mascherandolo in mille e più modi…
Non lo chiamerò più vuoto ma STABILITA’ MENTALE INDIPENDENTE DA FATTORI ESTERNI. Ecco questo è forse un modo di parlarne per noi più comprensibile. Ma arriverò più avanti al collegamento fra questi due termini.

Partiamo da questo. Tutto ciò che andiamo riconcorrendo, la beatitudine, la pace, la serenità, l’assenza di tensioni, altro non è che la ricerca della stabilità mentale. Perché? perchè tutto è caos, contraddizioni, illusioni, impermanenza e la mente non può sopravvivere in queste condizioni.

Ecco che allora cerchiamo qualcosa a cui aggrapparci, qualcosa intorno a cui dirigere il caos dei nostri pensieri e delle nostre emozioni, un punto di gravità che ci permetta di dirci “io sono questo” “io sono quello” e ci consenta, in qualche modo, di stare tranquilli. Può essere un lavoro, una persona, un modo di vivere, un oggetto, un’idea, perfino una malattia, qualunque cosa che ci dia una sensazione di “continuare” nel tempo, di essere un “qualcosa” che non si trovi costantemente in balìa di quei conflitti, di quei mutamenti, di quelle contraddizioni che ci fanno provare il dolore dell’instabilità mentale.

Accade che da quel qualcosa, vero o fittizio che sia, diventiamo DIPENDENTI. Ossia pensiamo che senza quel qualcosa diventeremmo “mentalmente instabili” e quindi – detto con le parole dell’ Io – non potremmo più esistere.

Siamo convinti che quel lavoro, quella relazione, quell’appuntamento fisso, quella situazione rappresentino CIO’ GRAZIE AL QUALE noi stiamo ancora IN PIEDI, nonostante la caoticità della nostra vita, nonostante il disordine, nonostante ci sentiamo sull’orlo della follia.

E poi accade che, per qualche motivo, più o meno consapevole, quel qualcosa ci abbandoni, a volte in modo traumatico, altre per gradi, in modo più sfumato, nei casi più fortunati senza neppure accorgercene.

Ed è allora che realizziamo che la nostra STABILITA’ MENTALE, il nostro PIENO non dipendendevano da quel qualcosa o qualcuno, ma esistevano già e NONOSTANTE quel qualcosa o quel qualcuno.

Tuttavia, non facciamo neppure in tempo ad accorgercene (e spesso non ce ne accorgiamo) che qualcos’altro ha già sostituito quel qualcosa o quel qualcuno nell’ HIT PARADE della nostra STABILITA MENTALE.

Se prima era il lavoro della nostra vita, ora è l’amore della nostra vita, e domani sarà la salute della nostra vita (di questo di solito ce ne accorgiamo quando siamo in stato di malattia).. Ecco che cambia il FATTORE a cui attribuiamo la STABILITA MENTALE ma non il PROCESSO attraverso il quale crediamo di garantirci la stabilità mentale stessa. Qualcosa che sta al di fuori di noi, e a cui ci dedichiamo anima e corpo.

Ecco che arrivo al punto a cui volevo arrivare. Fattore dopo fattore , ogni volta che perdo qualcosa, posso accorgermi, dopo il periodo di destabilizzazione più o meno profonda, a seconda che il distacco sia stato improvviso o più o meno graduale.. fattore dopo fattore posso accorgermi che NON ERA quel qualcosa a darmi stabilità mentale, ma che c’era qualcosa al di là di quel fattore che me la dava, che me la sta dando e che continuerà a darmela, nonostante tutti i fattori che possono “inventarmi” nel corso della mia esistenza per non arrivare a fronteggiare l’unica verità: ovvero il VUOTO. Ovvero l’ ASSENZA DI FATTORI CHE GARANTISCANO UNA STABILITA. Per quanto sarebbe bello che esistesse questo qualcosa, la verità è che non esiste NULLA, assolutamente NULLA che possa darci quella stabilità. E che tutta la nostra rincorsa alla ricerca di questi fattori di stabilizzazione o di riempimento, tutta la nostra disperazione ogni qualvolta immaginiamo una perdita o viviamo una perdita effettiva non sono altro che una riconrsa alla negazione di quest’unica VERITA. Ovvero la negazione che possa esistere questo NULLA, questa STABILITA MENTALE INDIPENDENTE DA FATTORI ESTERNI.